III.Lavoro e sviluppo economico sostenibile, generazioni future
“Innovazione e occupazione per una Milano che riparte e mette al
centro i giovani”
III.I.
SMART CITY
Per migliorare la partecipazione dei cittadini con la tecnologia
A livello mondiale ci sono diversi casi di smart cities, molti validi esempi di come si può rendere più efficiente, pulita, vivibile e funzionale e sostenibile una città di qualsiasi dimensione.
Il contributo dei cittadini, delle organizzazioni sociali, delle nuove tecnologie, ma soprattutto della burocrazia, delle imprese e della pubblica amministrazione è di fondamentale importanza. Sono tutti soggetti che dovrebbero lavorare all’interno di un unico ecosistema tenendo conto degli obiettivi principali di sostenibilità, inclusione sociale, in particolare delle generazioni future, crescita tecnologica ed economica, impatto sull’ambiente, servizi alla cittadinanza dalla gestione di rifiuti alla programmazione culturale.
Nel Report di IMD, lo “Smart city index 2020”, sono state selezionate e classificate 102 città nel mondo, in base ad una serie di indici ed indicatori.
Singapore è al primo posto, nelle prime dieci posizioni ci sono 6 città europee. Milano non è fra queste, anzi, è passata dal ventiduesimo posto del 2019 al settantaquattresimo posto del 2020.
(#74 Milano)
Non si tratta di un primato che ha a che vedere con le dimensioni o la popolarità delle città, perché tra le prime 20 smart city del ranking IMD ci sono in realtà centri di medie o piccole dimensioni.
Milano per poter primeggiare nella leadership deve colmare anzitutto il divario tra l’amministrazione pubblica ed i cittadini, a partire dalla capacità di fornire risposte competenti, coerenti ed in tempo reale o comunque rapidamente, proprio grazie al digitale. In questo senso sicuramente l’innovazione tecnologica può venire in aiuto a partire ad esempio dalla pianificazione di un sistema di gestione CRM (Citizen Relationship Management) che consenta di avere un contatto completo e consapevole con i propri cittadini. Bisogna anche aprire un confronto ed un dialogo tra le parti che preveda un’analisi condivisa delle soluzioni tecnologiche che possono essere adottate, ed inoltre un’attività di comunicazione e divulgazione molto spinta perché i cittadini possano conoscerne e coglierne i vantaggi. L’innovazione tecnologica non può’ e non deve essere calata dall’alto, senza ascoltare le priorità e le esigenze dei cittadini, di chi abita i quartieri, soprattutto quelli periferici, le smart city sono il frutto della collaborazione “bottom – up” altrimenti il risultato che si ottiene è il paradosso di creare ambienti sociali per poche persone competenti dove regnano disuguaglianza ed esclusione.
Infine la collaborazione fra aziende tecnologiche e amministrazione pubblica è l’approccio sostanziale che può consentire di raggiungere l’obiettivo e di portare Milano in testa alle classifiche internazionali come Smart City.
III.II.
SVILUPPO ECONOMICO E OCCUPAZIONE
Per guardare al futuro
L’innovazione tecnologica rappresenta un asset fondamentale per lo sviluppo economico del Paese, che passa attraverso le competenze che a loro volta sono un volano per la crescita dell’occupazione.
Lo scorso mese di agosto 2021 si e’ svolta la riunione dei Ministri del digitale del G20 al termine della quale è stata adottata la Dichiarazione Ministeriale sulla digitalizzazione che riconosce il fondamentale contributo che il digitale può fornire ai governi per costruire società più forti, inclusive e sostenibili, soprattutto a seguito di un evento eccezionale quale è stata la pandemia.
I Ministri del G20 hanno riconosciuto l’importanza della cooperazione a livello internazionale sul tema del digitale, per contribuire all’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs), identificando come temi prioritari la “Digital Economy” (Economia digitale) e il “Digital Government” (Governo digitale). L’importanza della digitalizzazione dei servizi pubblici per cittadini e imprese, soprattutto a livello territoriale, è stata dimostrata soprattutto durante la pandemia. Milano deve concentrare i suoi sforzi per fornire servizi pubblici digitali inclusivi e facilmente accessibili, che mettano al centro le persone nel rispetto della loro privacy ma senza escludere coloro che non hanno ancora accesso alle tecnologie digitali. La digital transformation sta ridefinendo il futuro del lavoro. Secondo il World Economic Forum, entro il 2025, il 50% di tutti i lavoratori avrà bisogno di reskilling (che significa acquisizione di nuove competenze professionali), complice l’impatto della digitalizzazione) e il 40% delle competenze base degli attuali lavoratori cambierà: le imprese pubbliche si stanno organizzando per favorire la creazione di occupazione e accompagnare i lavoratori nella formazione. La stessa cosa dovrà fare l’amministrazione della città
di Milano. Si dice che le competenze sono il petrolio delle economie ed è su quelle che bisogna infatti investire per la ripartenza. In Italia, esiste il Fondo nazionale per le nuove competenze, inserito nel PNNR che potrà supportare gli investimenti anche a livello metropolitano.
La maggior parte di queste nuove competenze sono collegate ai mutamenti tecnologici e organizzativi innescati dal digitale. La connessione tra investimenti in innovazione, cultura digitale e frequentazione delle scuole tecniche, sono tutti argomenti collegati al mondo del lavoro.
Il modo in cui le amministrazioni pubbliche e quindi anche Milano e le altre parti interessate affronteranno il cambiamento tecnologico sarà determinante nel “ripristinare” la società, l’economia e l’ambiente imprenditoriale. Misurare la portata dell’economia digitale non è semplice, ma un parametro per misurare il grado di digitalizzazione nei paesi dell’UE è la misura in cui l’occupazione è correlata alle attività digitali. Il report della Banca Centrale Europea “L’economia digitale e l’area dell’euro” ha messo in luce come i settori con maggiore intensità digitale, nel decennio 2006-2016, hanno contribuito in modo sostanziale alla crescita dell’occupazione nelle economie avanzate.
La partita del lavoro si gioca sul fronte delle competenze necessarie per affrontare la sfida della quarta rivoluzione industriale. Circa l’85% di tutti i posti di lavoro dell’UE oggi necessita di almeno un livello di competenze digitali di base. È quanto riporta il report “Upskilling for Shared Prosperity” realizzato dal World Economic Forum in collaborazione con Pwc, che ha analizzato la correlazione tra miglioramento delle competenze e crescita economica. Secondo questo report, dall’adozione di tecnologie di nuova generazione conseguiranno nuovi posti di lavoro; quelli legati a Industria 4.0 porteranno a un aumento della produttività globale del 3%, in media, entro il 2030. Il 38% del Pil aggiuntivo, che potrebbe essere acquisito attraverso l’upskilling, sarà creato nel settore dei servizi alle imprese ad alto valore aggiunto e in alcuni settori manifatturieri.
La pandemia fornisce un’opportunità di riformare i sistemi di istruzione e ripensare formazione professionale a vantaggio di più persone. Per fare questo, tuttavia, governi, industrie, amministrazioni pubbliche territoriali, istituti di istruzione dovranno lavorare insieme e noi a Milano saremo pronti a fare la nostra parte.
Le aree strategiche prioritarie su cui Governi, imprese e altri stakeholder, dovrebbero concentrare
gli sforzi saranno:
costruire un ecosistema forte e interconnesso, impegnato a definire un’agenda di riqualificazione (determinare una serie di indicatori che misurino la qualità dell’occupazione a livello nazionale e regionale e locale; stabilire un quadro di ricerca per comprendere le dinamiche dei futuri mercati del lavoro, da cui ricavare le proiezioni in termini di abilità da colmare; identificare le leve delle politiche in grado di traghettare il mercato del lavoro verso la costruzione di buoni posti di lavoro).
L’adozione da parte dei Governi di iniziative per aumentare il livello di competenze, favorendo la collaborazione con le imprese, le organizzazioni non profit e il terzo settore. Vengono suggeriti azioni di promozione di progetti di investimento industriale con un approccio “dal basso verso l’alto”, insieme a incentivi per investimenti industriali “verdi” e di innovazione tecnologica.
Sviluppare piani di sviluppo delle persone, ancorando il miglioramento delle competenze e l’investimento nella forza lavoro come principio aziendale fondamentale.
Aumentare l’offerta di apprendimento e le connessioni tra imprese e luoghi dell’apprendimento.
Peraltro, la Banca d’Italia ha stimato una crescita del Pil di 7 punti, se si aumentasse l’occupazione delle donne.
Il sostegno all’imprenditoria femminile, attraverso la sistematizzazione degli attuali strumenti di sostegno all’avvio e alla realizzazione di progetti aziendali innovativi per imprese a conduzione femminile o prevalente partecipazione femminile già costituite e operanti, nonché l’affiancamento di misure di accompagnamento allo strumento del “Fondo a sostegno dell’imprenditoria femminile” già previsto nella legge di bilancio 2021.
Avere chiaro e rendere trasparente quali tipi di competenze avrà bisogno l’economia digitale nel medio e lungo termine potrebbe fare la differenza per il futuro delle nuove generazioni. Se è vero che molti imprenditori fanno ancora fatica ad assumere, vuol dire che c’è una crescente discrepanza tra le attuali competenze e quelle necessarie per il lavoro legato a Industria 4.0. La metà degli attuali occupati ha bisogno di reskilling, eppure identificare le competenze necessarie per il futuro è ancora la difficoltà più grande per molte aziende
III.III.
ISTRUZIONE
Per un’istruzione non solo curriculare
- Promuovere iniziative di sensibilizzazione della popolazione scolastica sui temi della salvaguardia dell’ambiente (ad es. Orti urbani gestiti da studenti all’interno degli istituti scolastici).
- Corsi nella PA con CFU riconosciuti dall’Ateneo universitario di appartenenza.
- Rafforzamento dei corsi e seminari scolastici dedicati a educazione: Digitale/Informatica, Economia Circolare (che tengano conto del sistema di “riciclerie” cittadino), Nuovi Mass Media.
- Erogare borse di studio per gli studenti meritevoli delle scuole secondarie di secondo grado. ʔ Creazione di giornate scolastiche di incontro e volontariato tra giovanissimi e associazioni che gestiscono mense per persone in difficoltà economica.
III.IV.
TURISMO
- Rafforzare l’immagine internazionale in nuovi mercati attraverso la presenza istituzionale in fiere di settore.
- Sviluppare attrattività per convegni (turismo lavorativo) attraverso accordi con associazioni di categoria nazionali ed internazionali.
- Sviluppare eventi esterni di compendio alle fiere di settore replicando il modello FUORISALONE al fine di creare attrattività di prossimità e generare indotto negli orari di chiusura fiera.
- Sviluppare filoni di turismo esperienziale con particolare attenzione alla declinazione relativa al contesto metropolitano (es. vivere particolari quartieri, luoghi ecc.).
- Promuovere un approccio turistico sostenibile e responsabile da parte delle strutture ricettive promuovendo e sostenendo l’adozione di certificazioni ambientali e marchi di compatibilità ambientale.
- Sostenere iniziative che promuovano il percorso della struttura ricettiva per raggiungere l’obiettivo di emissioni zero.
- Stipulare accordi con associazioni e rappresentanze del settore alberghiero per promuovere nei confronti dei propri clienti un approccio di Mobilità dolce
III.V.
MODA
Milano, una delle capitali della moda e del design
Milano è la CAPITALE DELLA MODA (e del DESIGN) e fa parte delle Big Four, le quattro città più importanti al mondo per questo settore insieme a Parigi, Londra e New York.
- Puntare a diventare eccellenza internazionale dell’Ecodesign e della moda sostenibile
- Sostenere i giovani stilisti e designer ponendosi l’obiettivo di offrire numerose borse di studio e agevolazioni economiche per le implementazioni di start-up sul territorio milanese.
- Implementare premi per giovani stilisti e designer con la finalità di attestarli ad appuntamenti di rilievo internazionale.
- Promuovere eventi ed incontri per sostenere le opportunità di conoscenza tra stilisti e filiera produttiva.